21 Ago Falsi miti sullo svezzamento
Negli ultimi 50 anni la letteratura scientifica si è molto arricchita di lavori riguardo il giusto timing di introduzione degli alimenti e del loro potenziale effetto su allergie ed intolleranze nei bambini. A dispetto di ciò, nella stragrande maggioranza degli studi pediatrici si continua a propinare sempre lo stesso schema formato da rigide tabelle con quali alimenti è concesso inserire mese per mese. Tutto ciò crea ansia nei genitori che si approcciano a questa fase di crescita del loro bambino perché spesso, nei più voraci, porta a divieti e preoccupazioni per assaggi imprevisti rubati o proposti dalle mani di amici o parenti.
Ma davvero possiamo far danno proponendo alcuni alimenti prima del tempo in bambini sani?
Assolutamente no è la risposta!
Mi spiego meglio: Quello che è emerso da numerosi studi è la presenza di un periodo finestra, cioè un lasso di tempo che va dai 4 ai 7 mesi dove, specie se durante l’allattamento al seno, che ne potenzia gli effetti, un “allergene” introdotto, in piccole quantità per via orale, dona al bimbo una tolleranza e riduce la comparsa di sensibilizzazione allergica ed eczema.
Quindi che si fa? Svezzamento a 4 mesi?
NO
Ricordate che per iniziare lo svezzamento sono indispensabili delle caratteristiche di sviluppo psico-fisico del bambino:
- Buon controllo del capo e del collo e del tronco (stare seduti)
- Buona capacità di manipolare i cibi
- Interesse per gli alimenti
- Capacità di deglutire efficacemente (aver perso il riflesso di estrusione della lingua)
Inoltre gli effetti benefici dell’allattamento al seno esclusivo fino si 6 mesi sono documentati un po’ in tutto il Mondo ma d’altra parte è consigliato iniziare l’introduzione di cibi solidi entro i 7, proprio per evitare predisposizione a celiachia ed atopia.
Come al solito in medio stat virtus quindi inserire, in piccole dosi gradualmente crescenti glutine (ad esempio col farro)frutta secca, pesce e uovo può essere la strategia vincente.
Ed il sale?
A differenza di ciò che si predica, costringendo i bimbi a pappa insipide e superomogeneizzate, viene data libera aggiunta di parmigiano in aggiunta ad una pappa già competa. Quello che non si considera su questo alimento è che:
- È molto ricco di sale
- Contiene parecchie proteine (2 cucchiaini contengono la quantità sufficiente per un pasto di un bimbo medio di 6 mesi!)
È stato dimostrato che la dieta dei bimbi è già sovraccarica di proteine( con una forte possibilità di predisposizione all’obesità nelle età successive) quindi se proprio volete darlo sostituitelo nel pasto alle altre fonti proteiche (carne, pesce, uova , formaggi e legumi).
Un pizzico di sale non è assolutamente nocivo e, per chi pratica autosvezzamento è praticamente impossibile da evitare. In questo caso consiglio sempre ai genitori che hanno deciso (correttamente) di condividere le loro stesse pietanze col bambino, di continuare ad usarlo ma di ridurne la quantità per tutti, ne gioveranno anche loro.
Altra cosa su cui porre attenzione sono i grassi. I bimbi, di tutte le età hanno bisogno di grassi per importanti processi metabolici e cellulari quindi cibi light o scremati non sono assolutamente raccomandati.
- I grassi poi aiutano ad indurre senso di sazietà e modulano il rilascio degli zuccheri in maniera più graduale.
- Via libera a “grassi buoni” contenuti naturalmente negli alimenti interi, nell’olio extravergine, nei semi oleosi e nella frutta secca.
Se volete fare un regalo alla loro salute e garantirgli una una crescita normopeso state alla larga dagli zuccheri! Fruttosio, saccarosio (zucchero comune) e compagnia cantando contenuti nei cibi industriali, quelli sì che sono tossici per il loro (e vostro) organismo.
Una frase che dico ai miei pazienti per sintetizzare la dieta sana è:
Non consumate niente che sia confezionato (tranne pasta e farina)
Autore:
Dott.ssa Valentina Paolucci
Pediatra
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