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Quando la chirurgia estetica restituisce il diritto di amarsi

L’accettazione del proprio corpo e più in generale del proprio aspetto fisico è un processo lungo ed a tratti impervio che ogni persona si trova ad affrontare nel corso della vita. Prende avvio già dalla preadolescenza, quando i cambiamenti ormonali danno vita a modificazioni fisiologiche dell’organismo (inizialmente quasi mai ben accette) e le relazioni con i pari si fanno più intense e significative, generando confronti e paragoni che restituiscono spesso un senso di inadeguatezza e insicurezza piuttosto pesante.

Esistono poi innumerevoli altri fattori che incidono sulla relazione col proprio corpo, legati ad influenze culturali, educazione familiare, principi morali, valori e pregiudizi, talvolta talmente forti da impedire anche solo di accostarsi all’idea di porre modificazioni migliorative al proprio aspetto fisico, impedendo alla persona di compiere una scelta libera ed eventualmente guadagnarsi un più equilibrato benessere psicofisico. Di contro va anche considerato che un’altra ampia fascia di popolazione ricorre spesso con grande facilità all’ausilio della chirurgia estetica pur di adeguarsi ai canoni dei modelli di bellezza proposti dalla società, senza considerare adeguatamente gli aspetti più profondi che sottostanno ad una scelta di questo tipo, né le conseguenze che ne derivano.

Certamente negli ultimi anni la medicina estetica ha compiuto passi da gigante ed è in grado oggi di offrire soluzioni rapide ed estremamente efficaci che possono rispondere alle più disparate esigenze: dalla risoluzione di difetti congeniti invalidanti e pericolosi per la salute della persona (quali malformazioni o danni fisici importanti), alla correzione di determinate caratteristiche del proprio aspetto fisico anche non clinicamente significative.

Nella maggior parte dei casi i pazienti che si rivolgono alla chirurgia estetica sono accompagnati (spesso inconsapevolmente) da vari tipi di problematiche psicologiche:

  • Il Disturbo di Dismorfismo corporeo è quella più frequente (attenzione focalizzata su un presunto difetto fisico – reale o immaginario – che diventa un pensiero dominante, quasi ossessivo nella vita della persona, condizionandola pesantemente).
  • A seguire troviamo pazienti con Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbi d’ansia, Fobia Sociale.Per tali ragioni prima di accostarsi ad un intervento di questo tipo sarebbe opportuno sottoporsi ad un ciclo di colloqui psicologici, con la finalità di valutare insieme:
    • La personalità dell’individuo ed eventuali problematiche sottostanti, il livello di autostima, sicurezza interpersonale ed accettazione di sé;
    • La consapevolezza rispetto alle modifiche permanenti che riguarderanno il proprio corpo;
    • Quanto le problematiche legate al “difetto da correggere” interferiscano con la qualità della vita (nell’ambito della sfera sociale, professionale, relazionale ed intima).

I colloqui psicologici si rivelano inoltre molto utili:

  • Ad ascoltare ed accogliere le emozioni che la persona desidera esprimere;
  • A supportare il processo di cambiamento che sta avvenendo;
  • A fornire strumenti e risorse per affrontare al meglio eventuali fasi critiche (legate ad esempio alla fase post operatoria);
  • A migliorare la relazione con sé stessi, lavorando su paure, angosce, fragilità e pregiudizi che impediscono di avere una piena connessione con la propria parte interna;
  • A monitorare nel tempo il grado di benessere psicofisico.

Fin dagli antichi greci si indicava l’armonia tra corpo e anima come una soluzione vincente per godere pienamente della propria vita. Se ci si rende conto che piuttosto si sta vivendo in una condizione di disarmonia e di disagio, quali che siano le motivazioni sottostanti, vale senz’altro la pena approfondire ed esplorare il terreno emotivo su cui si sono formate le radici di tale insoddisfazione. Perché ciascuno ha il diritto di guardarsi allo specchio e RICONOSCERSI CON AMORE. E la chirurgia estetica può diventare in questi casi una vera e propria chirurgia dell’anima, dove i piccoli miglioramenti esteriori possono trasformarsi in grandi cambiamenti interiori, che restituiscono alle persone una rinnovata fiducia in se stesse e una nuova gioia di vivere.

Autore:

Dott.ssa Ilaria Paolucci

Psicologa dell’età evolutiva

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